Celant, Kounellis, Italics, rovesciamenti incrociati

La mostra "Italics" dobbiamo ancora vederla, le opere le conosciamo, in parte, la trama insomma la conosciamo, ci interessa il film; oppure il film lo conosciamo e ci si propone una nuova trama... insomma vi faremo sapere.
Intanto: in una intervista di undici anni fa sul quotidiano La Repubblica Jannis Kounellis contestava le scelte di Germano Celant, allora curatore di una Biennale della Moda a Firenze.
Kounellis contestava il rilascio della patente di artista agli stilisti e a personaggi che con l'arte avevano poco a che fare.
Scriveva Kounellis: “Oggi si rischia che politica, burocrazia e amministrazioni, in preda a furori produttivi, s’impadroniscano di questo nostro terreno che deve essere fatto di idealità e poesia (…) Come troveranno i Van Gogh di oggi senza neppure il tempo di cercare ai margini del conosciuto? (…) Non si rendono conto che l’arte ormai va scovata dentro vite nascoste, d’opposizione, lontane dai riflettori? Non a caso stiamo assistendo all’appropriazione indebita dei territori artistici da parte delle amministrazioni, del management, della burocrazia (…) È come se – attraverso tutti questi personaggini che campicchiano parassitariamente intorno alla ricerca artistica – la stessa burocrazia si fosse messa a dipingere. Ci vuole un soprassalto di dignità, di rigore.”

Forse a Germano Celant non piacciono gli arredatori ma solo gli stilisti?
Non ha forse contribuito egli stesso con quella mostra a creare equivoci che oggi lui denuncia?

A presto, speriamo di divertirci con qualcosa di più originale e che ci faccia pensare. In giro c'è troppa "capa fresca".


Pubblicato da vario son da me stesso a 10/04/2008 06:34:00 PM

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